Roman (Denzel Washington) è un avvocato con un passato da attivista per i diritti civili che lavora in uno studio che si occupa di clienti appartenenti a classi sociali bisognose. Sempre attento alle cause dei più deboli, ma il più delle volte tenuto nelle retrovie a causa di un carattere irruente, Roman si troverà a mettere in discussione il suo idealismo quando, morto il suo socio e assunto in un prestigioso studio legale, dovrà occuparsi di un caso dalle torbide implicazioni, facendosi tentare dall’illegalità.
Dan Gilroy, regista di Lo sciacallo e Kong: Skull Island, realizza un legal thriller avvincente che ruota tutto attorno al talento e al trasformismo di Denzel Washington, che per questo ruolo ha ottenuto la nomination all’Oscar.
La narrazione di End of Justice – Nessuno è innocente, densa e intricata, ha il merito di non procedere secondo i più classici cliché del genere, ma di indagare la psicologia di un uomo, che da convinto sostenitore dei diritti civili, si trova a mettere in discussione se stesso e la sua professione.
Ciò che risulta più interessante, però, è che dall’atto deplorevole di Roman non derivano subito conseguenze catastrofiche, ma una rinascita professionale e una trasformazione fisica e comportamentale che lo portano a far brillare le sue capacità dopo anni di mortificanti attività burocratiche.
Denzel Washington si getta anima e corpo nel suo personaggio, ingrassando, vestendo abiti improbabili e sfoderando una capigliatura vistosa, ma soprattutto mettendo in scena la goffaggine e lo smarrimento di un personaggio spesso sgradevole, ma per cui si è portati a parteggiare. Gli fa da contraltare un Colin Farrell fascinoso, inappuntabilmente abbigliato e di inquietante freddezza, che anziché svolgere il classico ruolo dell’avversario, si presenta come un personaggio ben più complesso e sfaccettato.
Tutto ciò sullo sfondo di una giustizia americana ipocrita e cinica, più clemente con chi se lo può permettere economicamente o possiede il colore della pelle più fortunato. End of Justice è, infatti, un film che si apre a riflessioni molteplici e importanti e che colpisce duro con la forza della sua denuncia, non rinunciando al ritmo, al coinvolgimento emotivo e a una buona caratterizzazione dei personaggi.
Alberto Leali