La vera storia di Maria Rossi raccontata nel film di Luca Biglione Stato di ebbrezza, al cinema dal 24 maggio. Intervista alla cabarettista di Zelig che ha trovato la forza di sconfiggere il dramma dell’alcool
La comica emiliana Maria Rossi, che ricordiamo per le sue esilaranti esibizioni in Zelig, Quelli che il calcio e Maurizio Costanzo Show, è al centro del nuovo film di Luca Biglione Stato di ebbrezza, in uscita il 24 maggio nei cinema con Stemo Production.
Il film racconta il difficile percorso compiuto da Maria per uscire dal dramma dell’alcolismo, che l’ha tenuta lontana dalle scene e dall’amore del suo pubblico. Oggi, Maria Rossi è una donna nuova e fiera della sua vittoria, che porta nei teatri di tutta Italia. Eccola che si racconta a Zerkalo Spettacolo in questa intervista.
Maria, è stato difficile rivedere la tua storia in un film?
Beh, il taglio del film è diverso da quello che gli avrei dato io, che sarebbe stato decisamente più leggero. Una leggerezza che da cabarettista vedo ovunque, ma che forse nel film avrebbe un po’ stonato. Però devo ammettere che i rapporti che si erano creati nel centro di cura in cui sono stata erano pieni di ironia, anche nei momenti più disperati. Si è preferito però prediligere dei toni più drammatici, per non sconcertare troppo il pubblico.
Tutto ciò che è raccontato nel film è vero o c’è qualcosa di romanzato?
Non c’è nulla di inventato. Anche se il film racconta una storia che si chiude bene, ma il periodo post clinico è ancora più duro di quello passato all’interno della struttura.
Come hai trovato l’interpretazione di Francesca Inaudi nei tuoi panni?
Francesca è bravissima e mi è piaciuta molto. Ha avuto un po’ di difficoltà con la parte comica più che con quella drammatica e poi soprattutto perché si è trovata a interpretare un personaggio ancora vivente, cosa non molto comune al cinema.
Chi è oggi Maria Rossi?
Una sana che fa ancora cabaret e ama la vita. Ho ancora tanto da raccontare e sto scrivendo il mio prossimo spettacolo. Del passato ho deciso di rimuovere molto, perché ho fatto soffrire tante persone, tra familiari ed amici. L’alcolista è un falso che mente a se stesso e agli altri.
Cosa faresti se avessi un amico alcolista?
Lo sbatterei subito in clinica e me ne andrei, solo così lo si può aiutare. Ne ho avuto la prova con un’amica che in sei mesi è guarita. Nessun umano ce la può fare da solo.
In una recente intervista hai dichiarato che si beve da ragazzi per ridere e da adulti per vivere…
Di questa frase mi sono stupita anch’io. Ho pensato: “Ma che bella frase che ho detto!” . Beh, è intelligente e assolutamente vera!
Roberto Puntato