Guido Caprino torna in tv come protagonista della nuova serie Sky Il miracolo, scritta e diretta da Niccolò Ammaniti, in cui interpreta un premier ateo, che vive una situazione delicata sia in ambito professionale che familiare. Leggete cosa ci racconta in questa intervista
Dopo 1993 e Romanzo famigliare, Guido Caprino torna in tv con Il miracolo, la nuova serie Sky scritta e diretta da Niccolò Ammaniti, in onda dall’8 maggio in prima serata su Sky Atlantic HD. L’amatissimo attore de Il commissario Manara interpreta il ruolo di un Primo ministro italiano che si ritrova a gestire un evento inspiegabile, una statuetta della Madonna che piange sangue, in un momento politico molto delicato per il Suo Paese.
Guido, che cos’è Il miracolo e cos’è per te un miracolo?
“Su che cos’è per me un miracolo non credo di saperti rispondere perché credo sia davvero difficile dare una definizione che racchiuda la complessità e il mistero di un evento del genere. Per quanto riguarda la serie, invece, racconta la vita di alcuni personaggi che vengono a contatto con il mistero di una statuetta che piange sangue. Ognuno reagisce in modo diverso ma le vite di tutti verranno profondamente cambiate”.
Chi è il tuo personaggio?
“E’ un Premier, quindi un uomo di potere che si trova a governare in un momento politico molto delicato per il suo Paese. Si professa ateo, pertanto il miracolo in questione metterà in crisi le sue convinzioni. Ma bisognerà capire se si tratta realmente di un miracolo”.
Come lo hai costruito?
“Quando ho letto la sceneggiatura mi ha intrigato moltissimo la storia. La cosa che, però, mi ha attirato di più è stato proprio il fatto di non sapere come costruirlo. Non avevo molti appigli e le domande erano molte di più delle risposte. Sicuramente è stato il personaggio più difficile che ho finora interpretato. Mi piaceva molto il fatto di dover vestire i panni di un premier che fa cadere la maschera di uomo pubblico per svelare i suoi aspetti più intimi e privati”.
Ti si vede spesso in serie televisive. Si può dire che preferisci la tv al cinema?
“Trovo che la televisione oggi offra diversi prodotti più interessanti di quelli che si vedono al cinema. Di solito, però, scelgo un progetto in base al ruolo o alla storia e non alla sua destinazione”.
Questo è un periodo di premier al cinema o in tv. Penso a Loro Di Sorrentino, per intenderci. Per interpretare il tuo premier hai attinto qualcosa dalla realtà?
“No affatto. Mi sono appoggiato esclusivamente alla storia. Chiaramente ci sono aspetti del mio personaggio che sono comuni un po’ a tutti i premier. Penso all’ego, ad esempio. Ma si sa, si tratta di un ruolo di leader e senza ego sarebbe difficile guidare un Paese. Essere leader significa anche prendersi molte responsabilità”.
Com’è stato lavorare con Ammaniti?
“Niccolò è una persona intelligente e complessa, molto più di me. Ci siamo confrontati molto e ci sono stati molti momenti creativi”.
Tu credi ai miracoli?
“Sinceramente non lo so, dipende forse da che tipo di miracolo”.
Perché molti ci credono?
“Probabilmente c’è un bisogno di crederci. E poi forse il miracolo in qualche modo deresponsabilizza. Molto più spesso, comunque, ci si accontenta di ricevere alcune risposte e di lasciare in sospeso il resto”.
Prossimi progetti?
“Inizio un film per il cinema, un western ambientato in Italia. E poi la serie “1994”, sempre per Sky”.
Roberto Puntato