Matilda De Angelis è la protagonista del film Youtopia di Berardo Carboni, in uscita il 25 aprile con Koch Media. In questa intervista ci racconta il suo personaggio, un’adolescente costretta a spogliarsi su internet e a mettere all’asta la propria verginità per far fronte a una realtà che non le lascia via d’uscita
Matilda De Angelis è una delle stelle più giovani e luminose del panorama cinematografico e televisivo italiano. Dopo gli indimenticabili ruoli in Veloce come il vento, Il premio e Tutto può succedere, Matilda si cimenta con un personaggio ancor più difficile, sfaccettato ed oscuro: la Matilde di Youtopia, il film di Berardo Carboni con Donatella Finocchiaro e Alessandro Haber, in uscita il 25 aprile con Koch Media. Un’adolescente come tante, ma costretta a spogliarsi su internet e a mettere all’asta la propria verginità per far fronte ai problemi economici della sua famiglia. Solo il rapporto con un ragazzo di cui non conosce l’identità e che incontra in un gioco virtuale nelle vesti di avatar sembra darle affetto e serenità.
Matilda, cosa racconta Youtopia e che protagonista è Matilde?
Youtopia racconta della società odierna, di quel pezzo che si è fatalmente incrinato nel nostro modo di concepire le relazioni e lo stare insieme. Siamo continuamente sopraffatti dall’incalzare del mondo virtuale, che è certamente uno strumento incredibile e democratizzante, ma che allo stesso tempo può schiacciarci e prenderci alla gola. E’ questo che accade a Matilde, una ragazza come tante, ma che vive una situazione familiare estremamente difficile. Abbandonata a se stessa e senza vie d’uscita, decide prima di spogliarsi sul web e poi di vendere la sua verginità per evitare che la sua vita e quella della sua famiglia finiscano completamente distrutte. Il film è in tal senso anche un racconto di formazione.
Un ruolo molto diverso da quelli da te finora interpretati. Come ti ci sei trovata?
Sì, diverso e stimolante. Avevo bisogno di Matilde per la mia carriera e per me stessa. Mi sono lasciata attraversare da lei e mi ha lasciato tanto. E’ un personaggio difficile ed estremamente sfaccettato. E’ stata molto dura emotivamente. Ho avuto però la fortuna di trovare un regista con le idee molto chiare, che mi ha fornito un’ottima sceneggiatura e ha saputo come prepararmi. E poi ho avuto degli straordinari compagni di viaggio.
Da donna, come consideri il personaggio di Matilde?
Normale, più di quello che si possa pensare. Una ragazza romantica, fragilissima, con molti lati oscuri nell’anima. Non la giudico, la comprendo e la compatisco. Nella nostra società il confine tra intimità, personalità e rispetto per se stessi è molto labile. Come tutto il film Matilde è molto attuale, il frutto del postmoderno e di una società che ruota attorno ai soldi e alla mercificazione. Una come lei può essere tranquillamente una mia vicina di casa o una compagna del liceo.
Qual è il tuo rapporto con la realtà virtuale?
Il mio rapporto è fondamentalmente con i social. Tengo aggiornati i fan e gli amici sui miei progetti. Anche mia mamma spesso evita di chiamarmi o mandarmi un messaggio perché ha già visto la mia Instagram Story. Ho un rapporto molto sereno con i social.
Pensi che Youtopia sia un film più adatto ai figli o ai genitori?
Ad entrambi, perché va a sensibilizzare i genitori sul tema sempre più complesso dell’educazione dei figli e i giovani su una serie di argomenti che li riguardano da vicino. Le mancanze, le lacune, l’ignoranza di questi ultimi spesso sono anche colpa dei genitori. Perché non insegnano loro il valore del rispetto verso la propria persona e che c’è sempre un’altra soluzione dinanzi anche alla più difficile delle situazioni. Sarebbe bello se genitori e figli andassero a vedere il film insieme.
Roberto Puntato