Il Professor Philip Goodman (Andy Nyman), il cui lavoro consiste nello smascherare false sedute spiritiche e sedicenti medium, deve vedersela con tre casi che metteranno a dura prova il suo scetticismo.
Trasposizione per il cinema di una pièce teatrale di grande successo, scritta e diretta da Andy Nyman e Jeremy Dyson, Ghost Stories è un’opera sorprendente, che travalica il genere per aprirsi a riflessioni profonde e inquietanti.
La trama è ispirata ai film delle Amicus Anthologies degli anni ’60 e ’70, che hanno reso l’horror ad episodi noto in tutto il mondo, contaminandolo con una buona dose di humor nero, di cui i britannici sono maestri.
Il protagonista della storia è lo scettico Professor Philip Goodman, interpretato dallo stesso Andy Nyman, conduttore del programma televisivo Truffe Paranormali, finalizzato a smascherare in diretta sedicenti medium e spiritisti. Eppure le sue certezze verranno messe pesantemente in discussione da tre episodi che coinvolgono persone e cittadine diverse, ma aventi in comune fatti razionalmente inspiegabili.
Il viaggio di Goodman all’interno delle tre storie diviene, in realtà, un percorso doloroso e agghiacciante negli abissi della propria anima, alla (ri)scoperta di colpe e rimorsi: il terrore si trasforma, così, in un vero e proprio mezzo di espiazione e presa di coscienza.
Ghost Stories è un film dal ritmo pacato, che parte in sordina, per poi entrare lentamente nel vivo della storia, mantenendo costanti tensione e inquietudine. La divisione in capitoli, tutti della stessa struttura, ma dalle soluzioni visive differenti, conduce gli spettatori in tre mondi diversi, rendendoli incredibilmente partecipi dell’ambiguità e dell’angoscia delle esperienze dei personaggi.
Non mancano i classici jumpscare, ma ciò che più conta sono le atmosfere, le location, le suggestioni che emergono da un’efficacissima messa in scena. Boschi immersi nel buio, ex manicomi, case asettiche e infestate, solitarie distese campestri: tutto è finalizzato a immergere lo spettatore in uno stato di smarrimento, ansia e oppressione.
Allo stesso tempo, però, la sceneggiatura di Nyman e Dyson tende a confonderlo, scegliendo soluzioni narrative inattese e tradendo ogni aspettativa: un sottotesto spiazzante porta, infatti, a compimento la vicenda in modo assolutamente originale, evidenziando la vera natura dell’opera. Ghost Stories, infatti, più che un horror o un thriller soprannaturale è un amaro e impietoso dramma psicologico, che sottolinea come il passato di ognuno di noi, torna, prima o poi, a presentare il conto.
Buona la regia di Nyman e Dyson, che tra primi piani, abili movimenti di macchina e attenzione ai dettagli riescono a coinvolgere sia visivamente che emotivamente. Ottimo è, inoltre, il cast, a cominciare dal protagonista Andy Nyman, che riesce a restituire la figura di un uomo ancorato alla razionalità che gradualmente vede minate le proprie convinzioni. Perfetto Martin Freeman, nel ruolo di un gentiluomo di campagna dai risvolti oscuri e inquietanti; straordinario il giovane Alex Lawther, che mette davvero i brividi per espressività e mimica facciale.
Un film da scoprire poco a poco; un ottimo esempio di come gli stilemi dell’horror possano ancora essere utilizzati efficacemente per raccontare la parte più oscura dell’animo umano.
Alberto Leali