Un’incredibile storia vera è al centro di Il mistero di Donald C., il biopic di James Marsh (La teoria del tutto) sul commerciante che tentò di compiere il giro del mondo a bordo di un catamarano.
Il soggetto è sulla carta interessantissimo, perché l’inesperto Donald Crowhurst, il cui il corpo non è mai stato ritrovato, bara per non cedere alla sconfitta, indicando via radio false posizioni ed inventando un percorso ideale che non deluda le aspettative della stampa e della sua famiglia. Con l’inganno, si piazza, così, in testa alla gara e sbaraglia gli altri avversari, mentre in realtà è bloccato sul suo catamarano a scontare il prezzo dell’ambizione e del dilettantismo.
Il mistero di Donald C. racconta dunque la storia di un uomo ordinario che ha collezionato fallimenti e che vuole dimostrare al mondo di essere capace di qualcosa di eroico, che possa segnare, ai suoi occhi e a quelli della sua famiglia, il vero riscatto della vita.
La sua folle odissea marittima avrebbe potuto essere lo spunto perfetto per un’indagine profonda di un’anima inquieta o per la realizzazione di un appassionante film di viaggio che mostrasse la graduale caduta di un sognatore in cerca di gloria.
Invece Marsh non sfrutta a pieno nessuna delle potenzialità del soggetto, mettendo in scena un’opera rigida e monocorde, che non riesce né a farci entrare nella testa del protagonista, né a coinvolgerci nella sua scriteriata avventura. Il dramma del protagonista è purtroppo privo di mordente e l’analisi del personaggio resta troppo in superficie, così come quella del contesto storico e sociale in cui la sua vicenda si inserisce.
Anche il bravo Colin Firth appare decisamente sottotono in un film che, a dispetto di ciò che racconta, si dimostra piatto, convenzionale e troppo tendente al melodrammatico; fanno il minimo sindacale, ingabbiati in personaggi approssimativi, anche gli sprecati Rachel Weisz e David Thewlis.
Pur non caratterizzandosi per guizzi di regia e forti emozioni, Il mistero di Donald C. ha, però, il merito di portare alla luce l’interessante storia di un folle “eroe” romantico e di raccontarla con onestà e scrupolosa documentazione (Marsh ha attinto, oltre che dai testi biografici, soprattutto dai registri, dai diari di bordo, dalle lettere e dalle registrazioni ritrovate sul catamarano).
Alberto Leali