Lou Castel protagonista del corto di Alessio Di Cosimo, Per Sempre, insignito del Premio Speciale “Corti d’Argento”. Intervista esclusiva con l’attore de I pugni in tasca e Grazie zia
Personalità emblematica del ribellismo (non solo) cinematografico, Lou Castel si è rivelato, sin dal suo folgorante esordio nell’opera prima di Marco Bellocchio, I pugni in tasca (1965), un attore controcorrente e di straordinario talento.
Eclettico e colto, da sempre orientato verso un cinema coraggioso, militante e impegnato, Castel ha lavorato con importanti registi italiani e internazionali, come Liliana Cavani, Salvatore Samperi, Ettore Scola, Rainer Werner Fassbinder, Philippe Garrel, Emmanuelle Bercot e Bertrand Bonello.
Nel 2017 vince il Nastro D’argento per l’interpretazione nel documentario a lui dedicato, A Pugni Chiusi di Pierpaolo De Sanctis.
Presentato al RIFF – Rome Independent Film Festival 2018, Per Sempre, il corto scritto e diretto da Alessio Di Cosimo, ha ricevuto il Premio Speciale “Corti d’Argento” e verrà omaggiato con una proiezione speciale il 23 giugno 2019 presso Cineland nell’ambito dell’Ostia International Film Festival.
Per Sempre è prodotto da INTHELFILM di Giampietro Preziosa e Marco S. Puccioni, in collaborazione con Luigi e Ginevra Maria De Filippis della DREAMWORLDMOVIES, distribuzione Premiere Film, responsabile comunicazione Francesca Piggianelli.
Sig. Castel, innanzitutto benvenuto a Roma, è sempre un piacere rivederla. Ci racconti un po’ il suo personaggio in “Per Sempre”…
“Grazie a voi dell’accoglienza, sono sempre felice di ritornare a Roma, in fondo è una delle mie case. In Always avrò solo 2 battute. E’ un cortometraggio in cui saranno le immagini a parlare e descrivermi. Interpreterò Luigi, un vecchio che vive in solitudine e celebra l’anniversario della moglie morta attraverso un percorso da affrontare”.
Lei è divenuto celebre in Italia grazie a I pugni chiusi di Marco Bellocchio, per poi interpretare una serie di indimenticabili ruoli “contro”. Dal ’65 ad oggi, come pensa sia cambiato il cinema?
“Beh, se devo essere sincero, è cambiato molto. L’eccesso di tecnologia toglie parecchio alla spontaneità e alla sincerità degli autori. E poi sono cambiati i rapporti fra le persone che lavorano nel cinema: si osa di meno, c’è meno libertà e si assecondano le leggi del mercato più che le tendenze creative. Non nascondo che vedo molti attori soffrire, perché in effetti non lavorano più come facevano una volta”.
Ha spesso lavorato con registi giovani che le hanno dato ruoli simili. Ne ha mai sofferto?
“Sì, registi giovani e diversi, che però mi hanno dato ruoli simili. E’ vero, e sinceramente non so nemmeno spiegarmi il perché. So però che nella vita, così come nell’arte, non amo affatto ripetermi, ma sperimentare e avere sempre nuovi stimoli”.
Come vive Lou Castel?
“Io mi trovo bene solo sul set. E’ ciò che mi dà la forza di vivere! E poi dipingo quadri astratti: la mia casa di Parigi è invasa dalle mie tele. Ho una fidanzata e insieme condividiamo tempo e passioni. Insomma, cerco di non annoiarmi e di fare sempre cose diverse, perché penso che la routine uccida”.
C’è un film che le piacerebbe girare?
“Mi piacerebbe girare un film sull’infanzia, ma in cui i bambini si comportino da adulti. Sarebbe un esperimento interessante”.
Tra le tante città che ha girato, non ha mai tradito Parigi e Roma. Perché?
“C’è una bella sinergia tra queste due città. Sono bellissime e ricche di storia e cultura. Certo, sono anche molto diverse. A Parigi mi manca il calore della gente. Anche con molti colleghi attori spesso ci incrociamo ma ci salutiamo molto fugacemente. Qui a Roma invece sembra sempre festa: ci si abbraccia, si parla a lungo, ci si sorride per strada…”.
Roberto Puntato