Jean-Etienne Fougerole è un intellettuale di sinistra che predica una politica progressista. Vive con la moglie Daphné, che si improvvisa artista contemporanea, e il figlio Lionel in una grande villa con piscina, scrive libri di successo ed insegna all’università. Per lanciare la sua ultima fatica, Fougerole partecipa ad un dibattito televisivo, dove deve affrontare il suo più pericoloso avversario, un giovane scrittore gay di destra. Questi gli lancia una provocazione: sarebbe disposto ad accogliere in casa sua una famiglia rom? Incautamente, Fougerole risponde di sì, fornendo il suo indirizzo; la sera stessa, il bizzarro Babik e la sua numerosa famiglia bussano alla sua porta in cerca di ospitalità.
Torna Philippe De Chauveron, regista di Non sposate le mie figlie, riproponendo la stessa formula del film precedente e giocando nuovamente con razzismo, immigrazione e politically incorrect. Benvenuti a casa mia è una commedia scatenata e molto divertente, incentrata su una questione di grande urgenza, non solo Oltralpe, come quella dell’integrazione.
L’assunto da cui la storia si sviluppa è: attenti, cari politici, a cosa promettete, perché potreste essere costretti a mantenerlo! E’ ciò che accade al protagonista Jean-Etienne, costretto ad ospitare nel suo giardino la roulotte della famiglia di Babik, pur di non vedere crollata la sua reputazione.
Ritmato, spumeggiante, perennemente sopra le righe, Benvenuti a casa mia prende di mira i rom per smascherare quella sinistra intellettuale e fasulla, che predica bene e razzola male, tra case di lusso e vestiti firmati.
Certo, per come sono rappresentati, i rom del film sono delle macchiette e un concentrato di luoghi comuni: ladri, misogini, retrogradi, invasivi, incolti, mangiatori di ricci e talpe, bevitori di cherosene, pronti a cantare e ballare in ogni momento…
Eppure si ride spesso a crepapelle, nonostante l’ideologia dozzinale, le sconcertanti semplificazioni e alcuni snodi narrativi poco felici. Perché Benvenuti a casa mia è certamente un abile prodotto di intrattenimento, che riesce perfettamente nel suo intento: portare in sala il più vasto pubblico possibile, facendolo ridere su problematiche di scottante attualità.
Bravi tutti gli attori, in particolare il consumato Christian Clavier, la adorabile Elsa Zylberstein e l’irresistibile Ary Abittan.
Roberto Puntato