UN ALT(R)O EVEREST: dall’1 al 4 marzo al Brancaccino, nell’ambito della rassegna Spazio del Racconto, l’avventurosa storia vera raccontata da Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi
Jim Davidson e Mike Price sono due amici. Sono una cordata. Nel 1992 decidono di scalare… la loro montagna: il Monte Rainier nello stato di Washington, Stati Uniti. Il sogno di una vita, una vetta ambita da ogni scalatore, un passaggio obbligatorio per chi, nato in America, vuole definirsi Alpinista. “The Mountain” come la chiamano a Seattle. Ma le cose non sono mai come ce le aspettiamo e quella scalata non sarà solo la conquista di una vetta. Sarà un punto di non ritorno, un cammino impensato dentro alle profondità del loro legame, un viaggio che durerà ben più dei 4 giorni impiegati per raggiungere la cima.
“L’alt(r)o Everest” è una storia vera, non è una storia famosa, da essa non è stato tratto nessun film, ma potrebbe essere la storia di ognuno di noi. E forse lo è. Proprio per la sua spietata semplicità. Una storia che racconta le difficoltà e i passaggi obbligatori che la vita ci mette davanti. Crepacci. Non possiamo voltarci dall’altra parte e non possiamo giraci intorno ma solo attraversarli. Due amici, due vite, due destini indissolubili.
Note di regia
Lo spettacolo è la naturale evoluzione di (S)legati. Dopo (S)legati, infatti, abbiamo sentito la “chiamata” e in qualche modo il “dovere” di continuare l’indagine così ricca e fruttuosa, nata durante tutto il percorso nel circuito della montagna.
Per farlo però non ci bastava una semplice storia di alpinismo (in effetti, ne esistono a centinaia di imprese e avventure tra la letteratura alpinistica). Avevamo bisogno di una storia che potesse elevarsi a paradigma, che potesse, in qualche modo, contenere le storie di tutti, anche di chi la montagna non la frequenta o addirittura non la ama. Una storia che fosse, per dirla in breve, universale.
E l’abbiamo trovata: la storia di Mike e Jim parla di qualcosa che tutti abbiamo conosciuto e con la quale prima o poi dobbiamo fare i conti: la perdita, il lutto, la mancanza… e assieme quel dialogo, silenzioso e profondo che continuiamo ad avere con le persone che non sono più con noi ma che in qualche modo… continuano ad essere con noi.
Siamo sicuri che non sia un caso se abbiamo incontrato questa storia proprio ora. Gli ultimi due sono stati anni dolorosi. Mamma Franca se ne è andata.
Gli amici Sandro e Marco se ne sono andati.
Ne sentiamo la terribile mancanza… ma siamo convinti che possiamo sentire la mancanza solo…. di chi è presente.
(Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris)
ATIR Teatro Ringhiera
UN ALT(R)O EVEREST
di e con Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi
scene Maria Spazzi
light designer Alessandro Verazzi
sound designer Silvia Laureti
scelte musicali Sandra Zoccolan
assistenti alla scenografia Erika Giuliano e Marta Vianello
produzione ATIR Teatro Ringhiera in collaborazione con NEXT 2016
Zerkalo Spettacolo