In occasione del suo compleanno, lo scrittore Ettore (Fabrizio Bentivoglio) riunisce tutta la famiglia nel suo chalet in montagna, nella speranza di recuperare il rapporto con i figli Claudio (Eugenio Franceschini) e Giulio (Lorenzo Zurzolo) e di far accettare la sua seconda moglie Margherita (Carolina Crescentini), incinta al settimo mese. Al gruppo si uniscono Achille (Ricky Memphis) e Palmiro (Stefano Fresi), fratellastri di Margherita, e Tea (Giulia Elettra Gorietti), fidanzata di Claudio. Ad accoglierli ci saranno la fedele governante ucraina Olga (Antonia Liskova) e sua figlia Stella (Benedetta Porcaroli).
Cosa accadrebbe se all’improvviso tablet e smartphone smettessero di funzionare, costringendo un mal assortito gruppo umano a comunicare come prima della rivoluzione digitale? Sconnessi di Christian Marazziti cerca di rispondere a questo interrogativo, non limitandosi, però, all’analisi critica delle conseguenze dell’uso improprio dei mezzi telematici.
Sfruttando, infatti, un’abile sceneggiatura a dieci mani, firmata da Marazziti, Michela Andreozzi, Massimiliano Vado, Fabrizio Nardi e Gianluca Tocci, Sconnessi alterna risate e riflessioni affatto banali su temi più universali. Apparenza e sostanza, menzogna e verità, famiglie smembrate che si cerca maldestramente di riunire, inganni e scontri generazionali: è tutto questo Sconnessi, una commedia non certo originale, ma dotata di uno sguardo intelligentemente pungente.
Perché nessun personaggio del film di Marazziti è esente da colpe: tutti risultano incapaci di avvicinarsi nel modo giusto a chi amano, tutti preferiscono evitare di comunicare veramente, per nascondersi dietro il rancore, l’indifferenza, il sarcasmo, e, ovviamente, la finzione del mondo telematico.
Tutti appaiono impauriti, insicuri, maldestri; tutti sono in qualche modo segnati dalla vita, ma non per questo hanno perso la capacità di amare. Anzi, il loro bisogno di calore umano si fa sempre più evidente man mano che la visione prosegue, giungendo, quasi come a conclusione di un faticoso processo psichiatrico, a far crollare le barriere e ad aprirsi finalmente all’altro.
Il disegno di ogni personaggio è efficace ed autentico e non mancano alcuni elementi di ambiguità che lasciano piacevolmente sorpresi, dimostrando la volontà degli sceneggiatori di scavalcare i soliti cliché.
Certo, Sconnessi non mantiene sempre il giusto equilibrio dei toni, tendendo, specie nella seconda parte, a scivolare un po’ troppo nel sentimentale, ma è una commedia di gran lunga superiore a molti prodotti all’apparenza similari, ma con molti meno spunti di interesse.
Il principale punto di forza del film di Marazziti resta comunque un cast di attori infallibili, con un plauso particolare a Carolina Crescentini, che ha un talento comico davvero spiccato.
Alberto Leali