Si è conclusa ieri, venerdì 17 marzo, l’ottava edizione del Francofilm, il Festival del Film Francofono di Roma, organizzato dall’Institut français Centre Saint-Louis, in collaborazione con le Ambasciate e rappresentanze diplomatiche di paesi membri dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia.
Associato alle Giornate della Francofonia in Italia (7-20 marzo 2017), il FrancoFilm ha il nobile scopo di utilizzare la cultura e la lingua francese come vettore nella condivisione di valori democratici e universali.
Il festival si è tenuto dal 7 al 17 marzo nella sede dell’IF-CSL in largo Toniolo 22, in un’edizione da record, in cui sono stati presentati ben 16 lungometraggi in concorso, per la maggior parte inediti in Italia, e 2 anteprime. I paesi di provenienza sono stati: Albania, Armenia, Belgio, Bulgaria, Burkina-Faso, Canada-Québec, Costa d’Avorio, Francia, Grecia, Libano, Lussemburgo, Mali, Marocco, Svizzera, Tunisia e Vietnam. Tutte le proiezioni sono state ad ingresso gratuito e in lingua originale con sottotitoli italiani: alla interessante e ricchissima maratona, che ha avuto quest’anno come filo conduttore il tema della famiglia, hanno partecipato anche registi ed attori.
La giuria del festival, organizzato con il sostegno di Air France e il patrocinio del Festival International du Film Francophone de Namur (FIFF), è stata presieduta dal Segretario Generale del Sindacato Giornalisti Cinematografici Italiani, Romano Milani, e composta da Ginella Vocca, presidente cofondatore del MedFilm Festival, e Vito Zagarrio, regista, storico e docente di cinema presso l’Università degli Studi Roma Tre. Il gran premio della giuria è andato al bello e importante film di Sékou Traoré, ‘L’OEIL DU CYCLONE‘, che narra la vicenda di un bambino soldato ormai divenuto adulto che si è macchiato di crimini orribili e che viene difeso da una brillante avvocatessa, che vuole saperne di più, non fermandosi alle apparenze. Il film è stato realizzato in Burkina Faso, Paese che partecipa per la prima volta al FrancoFilm e che se ne torna a casa col premio più ambito. La motivazione per il premio della giuria è stata: “…per l’equilibrio della struttura narrativa, per l’impegno civile che mostra su vari temi scottanti della nostra storia contemporanea, senza perdere mai di vista l’obiettivo e senza tralasciare cenni evocativi; interpretato da bravissimi attori come Maïmouna N’Diaye e Fargass Assande.”
Una menzione speciale, invece, è stata introdotta quest’anno per premiare ‘BOTA CAFÉ’, opera prima dei talentosi registi albanesi Iris Elezi e Thomas Logoreci, “per la cura formale della messa in scena, per il gusto dell’inquadratura, che risale a modelli geograficamente lontani come il cinema americano indipendente, per il sicuro talento registico e per uno stile che sposa Est e Ovest, dipingendo un mondo poetico e un gusto che produrranno frutti certi.” A ritirare il premio, l’ambasciatrice di Albania, che ha ricordato l’intimo e longevo legame fra l’Albania e il FrancoFilm, sostenuto da un fitto calendario di eventi e movimenti culturali che si stanno svolgendo a Tirana per la settimana della francofonia. Ha inoltre sottolineato il successo di Bota Café in tutti i festival a cui ha partecipato, poiché racconta in modo profondo e incisivo uno spaccato di vita albanese. Ed in effetti il film è una vivida fotografia dell’Albania di oggi a partire dalla vita di una piccola comunità di perseguitati ed esiliati durante il Comunismo, costretta a vivere in un villaggio difficile e desolato.
Il Premio del pubblico è stato conferito al film canadese-quebechiano ‘1:54’ del giovane Yan England, che avevamo già ammirato al Roma Independent Film Festival di quest’anno e che ha tra i protagonisti il bravissimo Antoine Olivier Pilon di ‘Mommy‘ di Xavier Dolan. Il Canada-Québec partecipa al Francofilm fin dalla prima edizione ed è già la seconda volta che gli viene assegnato il Premio del Pubblico. Anche in questo caso a ritirare il premio sono stati gli ambasciatori dei due Paesi, che hanno ricordato l’importanza delle tematiche del film (un ragazzo sedicenne che nasconde la propria omosessualità per non subire bullismo scolastico e che trova nell’atletica una ragione di riscatto), trattate con grandi delicatezza e sensibilità. Il film uscirà in Francia la prossima settimana in circa 400 copie.
Dopo la cerimonia di premiazione è stato proiettato, come evento speciale del festival, il poetico ed emozionante film d’animazione “La tortue rouge (La tartaruga rossa)” di Michaël Dudok de Wit, in collaborazione con BIM Distribuzione: un’attesissima anteprima che ha preceduto la sua uscita nelle sale italiane del 27 marzo e che ha regalato al pubblico in sala immagini di grande suggestione e un’intensa commozione. Il film, completamente muto, narra il ciclo della vita umana attraverso una fiaba metaforica e bellissima sul tempo, sull’amore, sul distacco, sull’armonia uomo/natura, sulla morte. Dopo un’edizione così ricca e riuscita, attendiamo con ansia il prossimo FrancoFilm, che si conferma uno degli eventi di punta del panorama culturale romano.
Alberto Leali