Presentata stamane alla Casa del Cinema di Roma, alla presenza del regista, del cast e del produttore, l’anteprima stampa del film ‘Chi salverà le rose?’, distribuito da Corallo Film e nei cinema dal 16 marzo. La pellicola narra dell’amore che lega due uomini anziani, l’ex avvocato e accanito giocatore di poker Giulio e il suo compagno Claudio, costretto a letto da una grave malattia. Bisognoso di aiuto e in gravi difficoltà economiche, Giulio si rivolge alla figlia Valeria, che non vede da anni a causa di un rapporto conflittuale, e al giovane nipote Marco, che dal nonno ha ereditato la passione per il poker.
Il film, diretto dal regista sardo Cesare Furesi, ha come principale punto di forza il gradito ritorno sullo schermo del grande attore Carlo delle Piane, che, qui in coppia con il bravo Lando Buzzanca, ci regala un’interpretazione toccante. Una storia, quella di ‘Chi salverà le rose?’, che vuole esprimere la vera essenza dell’amore, non importa se etero o omosessuale, se fra due anziani o fra due giovani, se fra un padre e una figlia o fra una figlia e il compagno del padre. Un tema importante, affrontato con toni delicati, ma forse col timore di osare troppo, mantenendosi per questo sempre in punta di piedi. L’amore che lega i due protagonisti, infatti, non ci emoziona e coinvolge mai pienamente, ma può semmai a tratti intenerire per la dolcezza di alcune sequenze, come quella in cui Giulio gioca ad essere il servo di colore di Claudio, per donargli il sorriso di una nuova giornata. Più che due uomini che si amano, Giulio e Claudio sembrano due amici di vecchia data che condividono lo stesso tetto, legati da un affetto profondo: i due non si sfiorano nemmeno con la più inoffensiva delle carezze per l’intera durata del film e dai loro sguardi o dai loro sorrisi non emerge mai la forza del sentimento che li lega da anni ed anni di vita insieme.
Se quindi è apprezzabile l’intento di Furesi di trattare una storia d’amore che non si vede spesso sugli schermi italiani, il modo in cui lo fa ci sembra un po’ troppo politically correct, attento a non scandalizzare nessuno, a sottolineare la dolcezza del legame più che un sentimento che investe anima e corpo e a non indurre a dibattiti politici. Spesso, inoltre, il film sembra ricercare un’intensità che non sempre prende vita sullo schermo, ma risulta anzi un po’ troppo forzata tra frasi altisonanti, lacrime e musiche invadenti. Inoltre, è evidente una notevole disparità fra le valide interpretazioni di Delle Piane e Buzzanca, che riescono a imprimere una dolente umanità a dei personaggi che avrebbero meritato una scrittura diversa, e quelle, decisamente meno esaltanti, del resto del cast. Altro punto a sfavore è, inoltre, l’eccessivo spazio dedicato al gioco del poker all’interno della vicenda (forse per ricordarci il celebre ruolo di Delle Piane in ‘Regalo di Natale’ di Pupi Avati?), che sacrifica i ben più interessanti temi dell’amore fra i due protagonisti o del legame fra Giulio e sua figlia Valeria, che purtroppo non vengono mai approfonditi e di cui invece avremmo voluto sapere di più.
Alberto Leali